Figure indeterminate che si avventano nello spazio chiuso di una stanza, simboli momentanei dell'offesa e del potere, ma anche emblemi della durata: un movimento costante li unisce nella distanza, formandosi reciprocamente nel tempo esatto del dittico, tempo definito dal quale scaturisce l'iconografia finale di ogni quadro, il segno terminale, il compimento di un percorso fisico di segni.Cosଠla scomposizione in monadi organizzate dei duetti e dei quartetti trova nel momento della stasi o nel momento della deflagrazione della figura, in quell'attimo in cui sta nel sito lasciandosi assoggettare dallo spazio incavo, un luogo specifico predisposto rispetto all'unico oggetto scultura presente in scena: il tavolo, tombale e voluttuoso allo stesso tempo, il tavolo del banchetto e del sacrificio, il tavolo vuoto e pronto. Stasi che dà vita ad una serie di azioni disposte per dittici, edificate per celamenti e nascondimenti, sempre proiettate verso un tempo sospeso. Sembra che il gesto e le figure esistano grazie alle luci e al suono, per il sopra organizzato delle fonti di colore luminoso, decorazioni striminzite e incorporee di un grande cielo solitario, e per i soffi gravi, risonanze interne allo spazio e al corpo, prolungamenti eterei di un corpo liquido e di figure in decostruzione. Virgilio Sieni
(Quelle: www.comune.siena.it) / jst
Simona Bartozzi, Ramona Caia, Marina Giovannini, Daniele Albanese, Lorenzo Rispolano